VIAGGIO NEL TEMPO CON PAOLO MIELI

RAGAZZI, NON CI CREDERETE MAI, MA ALCUNE SETTIMANE FA SONO STATO IL PROTAGONISTA DI UN’INCREDIBILE AVVENTURA AI CONFINI DELLA REALTA’.
COME OGNI DOMENICA, MI STAVO PREPARANDO AD UNA NUOVA ENTUSIASMANTE PUNTATA FACENDOMI LUCIDARE I COGLIONI A NUOVO DALLA LAGERBACK, QUANDO ALL’IMPROVVISO ENTRA IN CAMERINO IL MIO AMICO PAOLO MIELI, CHE ESCLAMA TRAFELATO: “MUOVITI FABIO, RIMUOVI I MASTODONTICI ORPELLI DAL NORDICO CAVO ORALE E PREPARATI A PARTIRE: HO TROVATO UN MODO DI IMPEDIRE L’OLOCAUSTO!”
“PAOLO COSA STAI DICENDO? TI SEI FUMATO DI NUOVO QUELLA ROBA DELLA KYENGE?”
“NO, FABIO, E’ MOLTO SEMPLICE: USEREMO LA MIA MACCHINA DEL TEMPO PER TORNARE NEL 1906 E VIOLENTARE HITLER QUANDO ERA AL LICEO.”
“HAI RAGIONE! COM’E’ POSSIBILE CHE NESSUNO CI ABBIA MAI PENSATO PRIMA? LA TUA MENTE DA STORICO SI RIVELA ANCORA UNA VOLTA AFFILATA COME UNA LAMA!”
E COSI’ DICENDO, DOPO AVER EMESSO CON UN FREMITO DEI LOMBI L’ABBONDANTE SQUACQUERONE DENTRO LA LARINGE DELLA SVEDESE, MI PREPARO AL PERIGLIOSO VIAGGIO TEMPORALE.
MIELI AL VOLANTE, ED IO DI FIANCO, MONTIAMO SUL FUTURISTICO DISPOSITIVO: IN UN BAGLIORE DI LUCI E COLORI LA MACCHINA DEL TEMPO PARTE SGOMMANDO.
“PAOLO SIAMO GIA’ ARRIVATI?”
“NO, SIAMO ANCORA IN TANGENZIALE”
“MA QUEI SETTE SU QUELLA PUNTO CHI SONO?”
“SONO DEI NAPOLETANI: STANNO ANDANDO NEL 1990 A VEDERE IL LORO ULTIMO SCUDETTO.”
FINALMENTE, IN UN BAGLIORE ACCECANTE ROMPIAMO LA BARRIERA QUANTICA – CRAC! – E CI TROVIAMO NEL 1906.
SENZA PERDERE TEMPO, CI APPOSTIAMO NEI CESSI DEL LICEO DI SGNIERKERBERG, PRONTI A TENDERE L’AGGUATO ALLA NOSTRA PREDA: ED ECCO CHE, FINITA L’ORA DI TEORIA GENDER, SI PRESENTA, CON ‘SIEG HEIL VICTORIA’ A PALLA NELLE CUFFIE DELL’IPOD E PANTALONI DELLA DIVISA DA SS TENUTI SOTTO IL CULO, IL GIOVANE ADOLF.
ACCORTOSI DI NOI, IL FUTURO DITTATORE GENOCIDA SI METTE SUBITO SULLA DIFENSIVA: “RAGAZZI IMMAGINO SIATE VENUTI QUA PER IMPEDIRMI DI METTERE IN ATTO I MIEI AMBIZIOSI PROGETTI DI GOVERNO MEDIANTE UN ATTO DI UMILIANTE VIOLENZA SESSUALE. NON INTENDO FERMARVI: SONO AL CONTRARIO DISPOSTO A SOTTOMETTERMI ALLA PREPOTENZA DELLE VOSTRE MINCHIE.”
BEN CONTENTI DI NON DOVER FAR LA FATICA DI USARE LE CORDE, IO E PAOLO CI PREDISPONIAMO AL TEUTONICO THREESOME: IO IN BOCCA E MIELI NEL CULO.
SIAMO LI’ NEL PIENO DEL KULTURKAMPF QUANDO AD UN CERTO PUNTO MI ACCORGO CHE C’E’ QUALCOSA CHE NON VA: “PAOLO, MA HITLER E’ TEDESCO NO? PERCHE’ MI STA SUCCHIANDO IL CAZZO IN POLACCO?”
“FABIO QUESTO E’ MOLTO STRANO, MA NON STRANO COME QUESTA ETICHETTA: TI RISULTA CHE LE UNIFORMI DELLE SS SIANO ‘MADE IN CHINA’? ASPETTA UN ATTIMO!”
E COSI’ DICENDO MIELI RIMUOVE LA MASCHERA AL FINTO HITLER, RIVELANDO IL VOLTO DEL VILE EZIO GREGGIO:
“VI PREGO, PERDONATEMI: HO BISOGNO DI CAZZO E NON HO ALTRO MODO DI OTTENERLO!”
NOI LO ABBIAMO PERDONATO, MA DOPO LO ABBIAMO CROCIFISSO NEL FUOCO E SIAMO TORNATI A CASA SENZA FARE NIENTE AL VERO HITLER, PERCHE’ ALLA FINE SU, DAI, NON E’ CHE L’OLOCAUSTO SIA STATO POI QUESTO GROSSO PROBLEMA.
😉