IL DITTATORE PYONGYANG

“IN SEGUITO AL SUCCESSO DEI TEST SUL MISSILE HWASONG-15 LA COREA DEL NORD HA DICHIARATO DI ESSERE UFFICIALMENTE UN PAESE NUCLEARE. IL GOVERNO DI PYONGYANG HA SPESO 10 MILIARDI DI DOLLARI NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI PER IL SUO PROGRAMMA NUCLEARE, MENTRE LE NAZIONI UNITE STIMANO CHE IL 40% DELLA POPOLAZIONE SIA SOGGETTA A GRAVI FORME DI DENUTRIZIONE.”

“CERTO CHE QUESTO PYONGYANG È DAVVERO UN UOMO CATTIVO”, SOSPIRÒ SAVERIO TOMMASI SPEGNENDO LA TELEVISIONE, “BE’, DEL RESTO MICA TUTTI POSSONO ESSERE BUONI COME ME. SE UN GIORNO MI TROVASSI IO ALLA GUIDA DI UN PAESE DEL GENERE, SO BENISSIMO COSA FAREI, EH GIÀ: VENDEREI LE BOMBE, COMPREREI CIBO PER SFAMARE LA GENTE, INDIRREI LIBERE ELEZIONI, PROPRIO COSÌ…”

SAVERIO CONTINUÒ A BORBOTTARE FRA SÉ E SÉ, FINCHÉ IL SONNO NON PRESE IL SOPRAVVENTO.

QUANDO APRÌ GLI OCCHI, QUELLO CHE VIDE LO FECE SUSSULTARE: NON ERA PIÙ NELLA SUA STANZA, MA SU UN LETTO A DUE PIAZZE CON UNA COPERTA FINEMENTE INTARSIATA, AL CENTRO DI UN’ENORME CAMERA TAPPEZZATA DI ARAZZI ANTICHI, MOBILI PREGIATI E RITRATTI DI GIOCATORI DELL’NBA. DAVANTI A LUI C’ERANO TRE GIOVANI DONNE SEMINUDE, DAI TRATTI ORIENTALI E DAI SENI PROSPEROSI, INSIEME AD UN UOMO IN UNIFORME.

TOMMASI SI ALZÒ DAL LETTO SCONVOLTO, E IL SUO SGUARDO FU SUBITO CATTURATO DA UNO SPECCHIO SULLA PARETE.

“PER DIO,” MORMORÒ, “SONO IL DITTATORE PYONGYANG…”

“BUONGIOLNO ETELNO LIDEL,” GRACCHIÒ CON VOCE LEVANTINA L’INDIVIDUO IN UNIFORME, “OGGI PEL PLOCEDULA DI SVUOTAMENTO CONDUTTULE SBOLLATICHE PLESIDENZIALI ABBIAMO TLE LAGAZZE DI PLOVINCIA DI KANGWON. LE PUÒ CHIAMALE NUMELO UNO, NUMELO DUE E NUMELO TLE, PELCHÉ HANNO DIMENTICATO NOMI A CAUSA DI DEPLIVAZIONE NEULOSENSOLIALE E TOLTULA PLOLUNGATA! OLIFIZI SONO STATI CONTLOLLATI E ABBIAMO LIMOSSO MAGGIOL PALTE DEI VELMI. MAGGIOL PALTE, PLESIDENTE! INOLTLE LAGAZZE SONO FELOCEMENTE DEVOTE A LEPUBBLICA DEMOCLATICA SOCIALISTA DI COLEA NONCHÉ ALLA SUA PLESIDENZIALE PELSONA! VELO LAGAZZE?”

“NOI MOLTO ONOLATE DI POTEL LUCIDALE MISSILE BALISTICO INTELCONTINENTALE DI ETELNO LIDEL CON NOSTLE UMILI LINGUE, E SFAMALCI DEL PLOTEICO LATTE DEL SOCIALISMO!” SQUITTÌ NUMERO UNO.

“ESATTO PLESIDENTE! IN PLOVINCIA DI KANGWON UOMINI EIACULANO SOLO VISCHIOSO LIQUIDO NELO DI NESSUN VALOLE NUTLITIZIO!” AGGIUNSE NUMERO TRE.

“AH, UNA PICCOLA LICHIESTA DELLO STATO MAGGIOLE, PLESIDENTE”, CHIOSÒ L’UOMO IN UNIFORME, “SE QUANDO HA FINITO CON LOLO CE LE POTESSE CEDELE PEL CENA SALEMMO MOLTO GLATI, NON ABBIAMO MAI ASSAGGIATO LAGAZZE DI PLOVINCIA DI KANGWON!!!”

TOMMASI ERA MUTO E IMMOBILE, PARALIZZATO DALL’ASSURDITÀ DI QUELLA SITUAZIONE.

“PLESIDENTE? TUTTO A POSTO?”

SAVERIO SCOSSE LA TESTA E PARVE RIPRENDERSI.

“NONONO, FERMI TUTTI, NON CI SARÀ NULLA DI TUTTO CIÒ OGGI! TU COME TI CHIAMI?”

“RI MYONG-SU, PLESIDENTE, CAPO DI STATO MAGGIOLE DELLA DIFESA. È PEL CASO COLPITO DA AMNESIA?”

“NO! CONVOCA IL GOVERNO, RI, HO IMPORTANTI ANNUNCI DA FARE!”

IN MENO DI VENTI MINUTI SAVERIO ERA NELLA SALA DEL CONSIGLIO SUPREMO DEL POPOLO, ATTORNIATO DA TUTTI I MINISTRI DELLA REPUBBLICA POPOLARE DEMOCRATICA DI COREA, CHE LO FISSAVANO SORRIDENDO.

“SIGNORI, SO CHE QUESTO POTRÀ SEMBRARVI UN PO’ IMPROVVISO, MA SAPPIATE CHE D’ORA IN POI LE COSE CAMBIERANNO DRASTICAMENTE IN QUESTO PAESE. HO INTENZIONE DI INDIRE LIBERE ELEZIONI, E SAPPIATE CHE NON MI CANDIDERÒ!”

I MINISTRI PRESERO A BORBOTTARE FRA DI LORO.

“MA CELTO, PLESIDENTE! LIBELE ELEZIONI! LEI È MOLTO BUONO!”

“SIII”, ANNUIRONO IN CORO I MINISTRI, SORRIDENDO COREANAMENTE.

“MA PELCHÉ NON SI VUOLE PLESENTALE AD ELEZIONI? IL POPOLO È DESIDELOSO DI VOTALE PEL LEI!!!”

TOMMASI AGGROTTÒ LE SOPRACCIGLIA: IN EFFETTI, QUALE MOTIVO C’ERA PER NON CANDIDARSI?

“BE’, VOGLIO DIRE, SE È QUELLO CHE VUOLE IL POPOLO…”

“MA CELTO, PLESIDENTE! LEI È PELSONA PIÙ BELLA ED INTELLIGENTE DI TUTTA COLEA!!!!”

“AVANTI, NON SONO POI COSÌ INTELLIGENTE…” RISPOSE TOMMASI ARROSSENDO.

“SÌ INVECE CHE LO È, PLESIDENTE, MOLTO INTELLIGENTE E SAGGIO!”

“VA BENE, VA BENE, RAGAZZI. ALLORA MI CANDIDO!”

“SIIIII” ESCLAMARONO I MINISTRI APPLAUDENDO.

“MA AD UNA CONDIZIONE! DOBBIAMO SBARAZZARCI DI QUESTE TERRIBILI ARMI NUCLEARI! NON POSSIAMO MANTENERE UN ARSENALE COSÌ COSTOSO MENTRE LA NOSTRA GENTE MUORE DI FAME!”

I MINISTRI SI MISERO A BISBIGLIARE.

“MOLILE DI FAME?”

“PLESIDENTE,” AGGIUNSE IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA, “FOLSE LEI HA VISTO TLOPPA CNN! NESSUNO MUOLE DI FAME IN LEPUBBLICA DEMOCLATICA! È PLOPAGANDA AMELICANA DI QUEL VECCHIO CATTIVONE DI TLUMP! HA PLESENTE QUEL VECCHIO CATTIVONE XENOFOBO E LAZZISTA? ECCO, LE ALMI NUCLEALI SELVONO PER DIFENDELCI DA LUI! SE NON LE AVESSIMO, CI LADELEBBE AL SUOLO! PENSI AI BAMBINI, PLESIDENTE!!! QUANTI BAMBINI MOLILEBBELO!?!??!”

“I BAMBINIIIII!!!!!” ESCLAMARONO I MINISTRI CON VOCE DRAMMATICA.

TOMMASI SI PORTÒ UN DITO DAVANTI ALLE LABBRA.

“BE’, IN EFFETTI NON AVETE TUTTI I TORTI. PROBABILMENTE È MEGLIO TENERLE, ALMENO PER IL MOMENTO…”

“SAGGIA DECISIONE PLESIDENTE! DUNQUE, PEL FESTEGGIALE QUESTE LIBELE ELEZIONI DEMOCLATICHE CHE VUOLE OLGANIZZALE, CHE NE DICE DI UNA BELLA PALATA TLIONFALE CON BAGNO DI FOLLA SPONTANEO NELLE STLADE DELLA CAPITALE?”

SAVERIO SORRISE FELICE.

“PERCHÈ NO? IN FONDO È L’INIZIO DI UNA NUOVA ERA!”

I PIRATI DEL SESSO

LE COSTE DEL NORDAFRICA SI FACEVANO SEMPRE PIU’ LONTANE MENTRE, SULLO SFONDO DI UN SOLE CHE SI INABISSAVA A OCCIDENTE, IL BARCONE PROCEDEVA PLACIDO NELLA SUA CROCIERA VERSO LA SPERANZA.
IN PIEDI SULLA PRUA DELLO SCRICCHIOLANTE VASCELLO, DUE UOMINI STAVANO PRATICANDO UN RITUALE VECCHIO COME IL MARE. “AHMED DIBIDOMBI, NOI DUE APPARTENIAMO A DUE SETTE AVVERSARIE DELL’ISLAM. TU SEI INFATTI SUNNITA, MENTRE IO, ABDULLAH UMPALUMPA, APPARTENGO ALLA CONFRATERNITA MUSULMANA SEGRETA DELL’IMAM DELLA BOCCIOFILA. PER QUESTO MOTIVO, NELLA NOSTRA NATIA TERRA DI LIBIA, SIAMO ACERRIMI NEMICI, E CI RINCORRIAMO NELLA SAVANA NUDI CERCANDO DI UCCIDERCI A VICENDA ED EMETTENDO GUTTURALI SUONI DI GUERRA. MA, ORA CHE STIAMO VELEGGIANDO VERSO SETTENTRIONE, IO TI CHIAMO CHIAMO MIO FRATELLO, E TI INVITO A FARE CIO’ CHE DEVE ESSERE FATTO.”
AHMED MISE UNA MANO SULLA SPALLA DI ABDULLAH: “ANCHE IO TI CHIAMO FRATELLO, ABDULLAH. CHIUDI GLI OCCHI, E FARO’ CIO’ CHE DEVE ESSERE FATTO.”
ABDULLAH SERRO’ LE PALPEBRE E STRINSE I DENTI, IN ATTESA DEL FENDENTE. AHMED BRANDI’ IL MACHETE A DUE MANI, E CON UN RAPIDO COLPO RECISE DI NETTO LA VIRILITA’ DI ABDULLAH: LE ACQUE DI FRONTE AL BARCONE SI TINSERO DI ROSSO, MENTRE LA NERA SALSICCIA SPROFONDAVA NEGLI ABISSI DEL MARE.
ABDULLAH, CON UN FIOTTO DI SANGUE VIVO CHE ANCORA GLI ZAMPILLAVA DAL PUBE, TESE LA MANO VERSO AHMED: “GRAZIE FRATELLO. MEGLIO CONSEGNARE LA MIA PICEA NERCHIA ALLE ACQUE, PIUTTOSTO CHE LASCIARLA CONSUMARE DAI BIECHI PREDONI DELLE ONDE. ORA DAMMI IL COLTELLO: SONO PRONTO A RICAMBIARE IL FAVORE.”
ABDULLAH FECE PER CINGERE IL MACHETE, MA LA SUA PRESA ERA MALDESTRA: IL COLTELLACCIO CADDE SUL BORDO DEL BARCONE, E VENNE INGHIOTTITO DAL MARE.
“NOOOOOOO!!!” URLO’ AHMED, SPORGENDOSI FUORIBORDO NEL DISPERATO TENTATIVO DI RECUPERARE LA PROVVIDENZIALE LAMA.
ABDULLAH ERA MORTIFICATO: “MI DISPIACE FRATELLO MIO… MI DISPIACE…”
“NON TI DISPIACERE”, REPLICO’ AHMED SCRUTANDO L’ORIZZONTE, “ORMAI E’ TROPPO TARDI.”
IN LONTANANZA, INFATTI, SI INTRAVEDEVA GIA’ LA FUNESTA IMBARCAZIONE, CON QUELLE VELE SINONIMO DI TERRORE, LE MINACCIOSE VELE DELLA LEGA NORD.
“CAPITANO, I NOSTRI RADAR HANNO RILEVATO UN BARCONE A 7 GRADI A TRIBORDO. SEMBRANO ESSERCI DIVERSI MIGRANTI, ALMENO 14 MINCHIE IN BUONE CONDIZIONI, NONCHE’ DIVERSE DOZZINE DI SUCCULENTI MARONI NERI.”
“AUMENTATE LA VELOCITA’ DI 20 NODI”, ORDINO’ SALVINI ABBASSANDO IL CANNOCCHIALE.
SENTI’ UN FREMITO GIU’, NELLA PASSERINA. E SI LECCO’ LE LABBRA.
“NON ESSERE TROPPO AVIDO MATTEO”, GONGOLO’ LAURA BOLDRINI, SUL PONTE DIETRO DI LUI, “GLI ACCORDI ERANO 50 E 50, NO?”
“NON TI PREOCCUPARE, LAURA”, SORRISE SALVINI, “QUANDO AVRO’ LENITO I MIEI TORRIDI PRURITI INTIMI SU QUELLE PULSANTI COLONNE DEL SESSO, POTRAI AVERE TUTTA LA CREMA NERA CHE VORRAI.”
“50 E 50? SI ERA DETTO DI FARE TRE PARTI UGUALI!”, ESCLAMO’ SAVERIO TOMMASI SFREGANDOSI LE MANI IN UN ANGOLO, “ANCHE IO HO DIRITTO ALLA MIA DOSE DI MARMOREO PIACERE SUBSAHARIANO!”